giovedì 23 febbraio 2012

Decessi in custodia - Rapporto Amnesty 2011

DECESSI IN CUSTODIA, tratto dal rapporto annuale di Amnesty International del 2011 relativo all'Italia

Sono giunte continue segnalazioni di maltrattamenti da parte di agenti delle forze di polizia o di sicurezza. Sono rimaste le preoccupazioni circa l’indipendenza e l’imparzialità delle indagini e sull’accuratezza della raccolta e della conservazione delle prove nei casi di decessi in custodia e di presunti maltrattamenti, che possono aver portato all’impunità dei perpetratori. Le reiterate richieste delle vittime e delle loro famiglie alle autorità sono rimaste l’elemento essenziale per garantire indagini approfondite e consegnare i responsabili alla giustizia.

  • A fine anno erano ancora pendenti i ricorsi in appello presentati da quattro agenti di polizia che, nel luglio 2009, erano stati condannati a tre anni e sei mesi di reclusione per l’omicidio colposo del diciottenne Federico Aldrovandi, morto nel 2005 dopo essere stato fermato da agenti a Ferrara. A marzo, tre agenti di polizia, accusati di aver aiutato i colleghi a nascondere e falsificare le prove del caso, sono stati condannati a pene detentive rispettivamente di otto, 10 e 12 mesi. A ottobre, i genitori di Federico Aldrovandi hanno accettato la somma di due milioni di euro quale risarcimento per la morte del figlio, alla condizione di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora pendenti.
  • Erano ancora in corso i procedimenti contro un agente di custodia accusato di omissione di soccorso nei confronti di Aldo Bianzino, morto in carcere a Perugia nel 2007, due giorni dopo il suo arresto. Un procedimento per omicidio contro ignoti era stato chiuso nel 2009.
  • Sono proseguiti anche i tentativi di chiarire le circostanze e stabilire le eventuali responsabilità della morte di Stefano Cucchi, deceduto nel 2009, diversi giorni dopo l’arresto, nel reparto penitenziario di un ospedale romano. I parenti hanno ritenuto che il decesso sia stato causato dai maltrattamenti subiti prima di arrivare in ospedale.

  • A dicembre, un medico è stato accusato dell’omicidio colposo di Giuseppe Uva, morto nel giugno 2008 in un ospedale di Varese, presumibilmente a causa di un errato trattamento medico. Erano ancora in corso le indagini sui maltrattamenti che Giuseppe Uva avrebbe subito qualche ora prima della morte, mentre era in custodia di polizia.

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